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Per un Teatro a servizio dell’Umanità
Jessica A. Kaahwa, Uganda
Il raduno di oggi è l’immagine concreta delle immense potenzialità del teatro nel mobilitare le comunità e creare un ponte tra le diversità.
Avete mai immaginato che il teatro potrebbe essere un potente strumento per la pace e la riconciliazione? Mentre le nazioni spendono somme di denaro colossali nelle missioni di pace nelle aree del mondo in guerra, poca attenzione è rivolta al teatro come alternativa di contatto diretto con la gente per la trasformazione e la gestione dei conflitti. Come possono gli abitanti della terra raggiungere una pace universale se gli strumenti impiegati vengono da poteri esterni e apparentemente repressivi?
Il teatro permea sottilmente lo spirito umano avvinto dalla paura e dal sospetto, modificando l’immagine del sé – e aprendo un mondo di alternative per l’individuo e dunque per la comunità. Può dare significato alle realtà quotidiane e nel contempo prevenire un futuro incerto. Può impegnarsi nelle situazioni politiche delle persone in modi semplici e chiari. Poiché inclusivo, il teatro può mostrare un’esperienza capace di trascendere idee sbagliate avute in precedenza.
Inoltre, il teatro è un mezzo provato per sostenere e far progredire idee che noi tuteliamo collettivamente e per le quali, se violate, siamo disposti a combattere.
Per anticipare un futuro di pace dobbiamo iniziare ad usare strumenti pacifici che cerchino di capire, rispettare e riconoscere il contributo di ogni essere umano nell’impegno a realizzare la pace. Il teatro è quel linguaggio universale attraverso il quale noi possiamo promuovere messaggi di pace e riconciliazione.
Il teatro, coinvolgendo attivamente i partecipanti, può condurre a un’unica anima e decostruire le percezioni precedentemente sostenute e, in questo modo, dare all’ individuo una possibilità di rinascita affinché faccia scelte basate sulla conoscenza e la realtà riscoperta. Per far prosperare il teatro, tra le altre forme d’arte, dobbiamo fare un audace passo avanti inglobandolo nella vita quotidiana, affrontando le questioni critiche relative al conflitto e alla pace.
Il teatro esiste già in territori afflitti dalla guerra e tra le popolazioni che soffrono la povertà cronica o le malattie, con lo scopo di perseguire la trasformazione e il miglioramento sociale delle comunità. C’è un numero crescente di storie di successo in cui il teatro è stato capace di mobilitare il pubblico per costruire una coscienza e per assistere le vittime di traumi post-
È quindi una farsa restare tranquilli in tempi come i nostri, conoscendo il potere del teatro, e permettere che coloro che maneggiano le armi e che lanciano le bombe siano i tutori della pace nel nostro mondo. Come possono strumenti di alienazione diventare allo stesso tempo strumenti di pace e riconciliazione?
In questa Giornata Mondiale del Teatro io mi rivolgo a voi per riflettere su questa prospettiva e per considerare il teatro innanzi tutto come strumento universale di dialogo, trasformazione e miglioramento sociale. Mentre le Nazioni Unite spendono quantità colossali di denaro nelle missioni di pace intorno al mondo, attraverso l’uso di armi, il teatro è una alternativa spontanea, umana, meno costosa e in prospettiva molto più potente.
Anche se non è la sola risposta per portare la pace, il teatro sicuramente dovrebbe essere incluso tra gli strumenti operativi nelle missioni di pace.
(traduzione italiana a cura del Centro Italiano ITI